Nuovi volti a Vignaioli Artigiani Naturali

di PopArtStyle

su vinix.comwine & food social commerce

Un’edizione con diverse nuove aziende quella che si è tenuta per l’appuntamento primaverile della storica fiera dei Vignaioli Artigiani Naturali che nel tempo si è affermata tra le più interessanti del settore.

In un momento di grande incertezza dovuta all’emergenza per la temuta epidemia da Covid-19, l’organizzazione tiene la barra dritta confermando le date dell’evento, e il pubblico di appassionati ed operatori romani risponde con una prova di forza animando vivacemente i banchi di assaggio alla Città dell’Altra Economia.

Poggio Bbaranello – Marchio della società agricola Pòggere, giovane realtà a conduzione familiare in quel di Montefiascone.
Nata nel 2009, dapprima si concentra sul seminativo e successivamente, spinta dalla passione di Silvia Pragliola, abbraccia la viticoltura.

Per i quattro ettari e mezzo di nuovi impianti si scelgono vitigni caratteristici della zona, su tutti Trebbiano Toscano ma anche Rossetto (Trebbiano Giallo) e Malvasia, con l’idea di coltivare in futuro anche del Greghetto, biotipo di Sangiovese autoctono della Tuscia.
In attesa di una sede propria si vinifica grazie all’ospitalità di Lino Catalano della vicina azienda Piancardo.
Dopo una prima vendemmia persa a causa di devastanti grandinate, arriva finalmente l’imbottigliamento e la prima uscita ufficiale.

Si parte con il 507, un rifermentato in bottiglia metodo ancestrale (tributo alla moda del momento) a base Trebbiano Toscano.
Bolla piacevole, solo leggermente carente in freschezza, probabilmente da attibuire ad una tempistica di vendemmia non anticipata, che non è riuscita a mantenere alta l’acidita delle uve. Comunque centrare al primo colpo la vinificazione di un metodo ancestrale non è poca cosa, c’è da andarne fieri.

Più interessante la versione ferma dello stessa massa di Trebbiano Toscano che dà vita al T uno. Non manca nella gamma un macerato, da uve Rossetto.

Mormaj  Tocco d’Italy – Anche a Tocco di Casauria, nel cuore dell’Abruzzo tra i monti Morrone e Majella, si sceglie di puntare sulla viticultura.
Zona potenzialmente vocata dove 5 ettari vedono nascere i nuovi impianti di TrebbianoPecorino e Montepulciano. In assaggio la prima vendemmia ufficiale del 2018, ma anche le interessanti prove di vasca della recente 2019 che vedranno la luce dopo un adeguato affinamento. Mano felice quella del giovane Antonio Santini che stupisce con un intrigante Pecorino DOC 2018, lontano dagli stereotipi piacioni giocati sull’aromaticità per scegliere un’interpretazione di eleganza al naso e sostanza al palato.
Stessa impostazione per il rosato da uve Montepulciano che esce come Rosato Colline Pescaresi IGT.
L’appuntamento è alla prossima edizione di novembre del VAN per assaggiare la versione compiuta dell’ultima vendemmia.

Cantina Bosco Sant’Agnese – Altra new entry per Vignaioli Artigiani Naturali. Nell’omonima frazione di Calvi, qualche chilometro a sud-est di Benevento.
Vini di sostanza legati alla tradizione del luogo, approccio biodinamico e la consulenza di Michele Lorenzetti. Si parte con la caratteristica Coda di Volpe Beneventana IGP di grande struttura, un bianco in grado di reggere piatti anche di una certa importanza. Sicuramente più strutturato rispetto alle snelle espressioni proprie dei Campi Flegrei, il Piedirosso Beneventano IGP, daomonimovitignoanche per un importante passaggio in botti tradizionali di castagno. Più snello, ma non certo da aperitivo, il Rosato Beneventano IGP, un blend di Aglianico e Piedirosso particolarmente riuscito. In assaggio anche il Barbera Beneventano IGP, prodotto da uno storico vitigno caratteristico della valle telesina, la Barbera del Sannio (o meglio Camaiola) che nulla ha a che vedere con la più nota uva piemontese, se non una vaga rassomiglianza per la forma del grappolo.

Ca’ del Conte – Nata nel 2003 tra le colline dell’Oltrepò Pavese, si orienta fin da subito ad un’agricoltura responsabile. In cantina nessun intervento enologico. Uno stile dall’impronta fortemente personale, dove non manca la paura di osare, a partire da un Metodo Classico da uve Pinot Bianco e Chardonnay la cui base fa 90 giorni di macerazione sulle bucce per poi trascorrere circa 70 mesi sui lieviti prima della sboccatura. Molto interessanti e sempre impostati su macerazioni importanti sia il Provincia di Pavia igt Noah 2018, da un recente impianto di Timorasso, che lo Chardonnay Provincia di Pavia IGT Fenice 2018, da un piccolo appezzamento di circa un ettaro risalente al 1979.

Matrignano – Azienda nei Colli Aretini con una lunga storia alle spalle che risale al 1962.
Dopo diverse vicessitudini nei primi anni duemila si approccia alla coltivazione biologica.
Solo nel 2017, anche grazie all’entusiasmo delle nuove leve della famiglia, la decisione di valorizzare le proprie uve migliori, passando da semplici conferitori a presentare sul mercato etichette proprie. Molto interessante il risultato ottenuto con il Toscana Rosso IGT Ostinato, Sangiovese con un saldo di Cannaiolo ed altri vitigni autoctoni minori con piccole percentuali di Malvasia e Trebbiano, proveniente da una selezione delle vigne più vecchie. Un Chianti di concezione tradizionale, fresco ed elegante, di grande beva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *